Accade spesso che i partner di una coppia appaiano assortiti in modo curioso, come quando ci si chiede cosa abbiano in comune 2 persone.
Altre volte invece i coniugi o i fidanzati sembrano comporsi in modo quasi perfetto, come i pezzi di un puzzle.
Un concetto utilizzato per capire questi “incastri” è proprio il termine “incastro inconscio. Questo può essere considerato come risorsa o ostacolo nei confronti del legame: a volte l’incastro inconscio dei partner lascia fuori proprio quanto è considerato intollerabile da entrambi (perché doloroso, inaccettabile…), permettendo così la costruzione della relazione.
Nel complesso per incastro inconscio si intende complicità di coppia costruita non solo su quanto avviene “realmente” nella quotidianità, ma soprattutto intorno a fantasie, sentimenti e desideri che hanno costruito l’attrazione iniziale e che continuano a costituire il fondo dell’intesa tra i partner (Monguzzi, 2010).
Ma questo incastro cambia nel tempo o dura per sempre?
È possibile che questo incastro, che in alcuni momenti ha soddisfatto entrambi i coniugi, ad un certo punto non si incastri più perfettamente con i bisogni di uno dei partner. Questo può accadere ad esempio perché uno dei due ha subito un’evoluzione, un cambiamento o perché per altre ragioni non è più legato così visceralmente a questi bisogni. Queste evoluzioni sono naturali nel corso della vita di coppia e non portano necessariamente allo sviluppo di problemi di coppia, sebbene il cambiamento di uno solo dei partner possa rappresentare un elemento di rischio per la soddisfazione di coppia.