Il tratto centrale del mutismo selettivo è l’incapacità del bambino di parlare in alcuni contesti, per esempio a scuola o in altre situazioni sociali.
Il bambino desidera parlare ma si sente impossibilitato: grande è l’ansia, fino a sentire la sensazione d’avere in gola o bocca qualcosa che glielo impedisce. I bambini affetti da mutismo selettivo non di rado a casa sono chiacchieroni: i bambini che soffrono di mutismo selettivo infatti non sono bambini timidi, ma con una difficoltà specifica nel parlare nelle situazioni sociali. Il mutismo selettivo si presenta solitamente entro i 5 anni d’età o con l’ingresso nella scuola primaria.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali (APA; 2013) il mutismo selettivo è una patologia che rientra tra i disturbi d’ansia; non è un disturbo nuovo, ma si riportano osservazioni già dal secolo scorso e in precedenza veniva chiamato il termine di mutismo elettivo.
Per essere diagnosticato, Il mutismo selettivo deve presentarsi per almeno un mese e questo mese non deve essere il primo mese di scuola: dove è chiaro che per tutti i bambini possano esserci timori diffusi per la novità del nuovo contesto, determinata dall’incontro con nuovi compagni, adulti e nuove attività.
I bambini con mutismo selettivo talvolta non parlano in presenza di familiari di secondo grado, come nonni o cugini e con amici stretti. Inoltre, l’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce la lingua del posto o il linguaggio utilizzato in quella situazione. E’ possibile che l’ansia che blocca il bambino sia alimentata da una percezione del mondo esterno come pericoloso e minaccioso.
Per i genitori che sospettano un mutismo selettivo, è sempre opportuno rivolgersi al pediatra e allo psicologo specializzato in questo tipo di difficoltà, al fine di effettuare una corretta diagnosi e ricevere il supporto educativo e psicologico più corretto.