L’attacco di panico colpisce come un “fulmine a ciel sereno” cioè arriva in modo inatteso e raggiunge l’apice in meno di 10 minuti.
Le persone che hanno avuto un attacco di panico raccontano di aver avuto paura di morire, di impazzire o di perdere il controllo: spesso chi ha un attacco di panico finisce al pronto soccorso proprio perché teme di avere un infarto. Non è sempre facile capire se quello che abbiamo provato è stata una grande agitazione, ansia o se si è trattato di un vero e proprio attacco di panico. L’attacco di panico infatti ha caratteristiche ben precise: è una manifestazione di ansia intensissima ma breve e passeggera. Quello che rimane invece nell’attacco di panico è la paura che l’attacco ritorni.
Secondo il nuovo Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, 2013) nell’attacco di panico devono presentarsi almeno 4 di queste sensazioni:
- tachicardia o palpitazioni o cardiopalmo
- sudorazione,
- tremori,
- sensazione di soffocamento,
- sensazione di asfissia,
- dolore o fastidio al petto,
- nausea o altri fastidi all’addome,
- sensazione di vertigine, instabilità o sbandamento o svenimento,
- brividi o al contrario vampate di calore,
- sensazione di torpore o formicolio ad una parte del corpo,
- derealizzazione o depersonalizzazione,
- paura di impazzire o di perdere il controllo,
- paura di morire.
Sperimentare un attacco di panico è un’esperienza che può avvenire anche una sola volta, mentre per altre persone l’attacco si ripete: soprattutto in questi casi è bene capire come mai, quando succede e se esistono situazioni scatenanti; tutto questo prima che gli episodi rechino un disagio clinicamente significativo, cioè in grado di disturbare le attività e le relazioni della persona.