Inventare un ricordo: questo stupefacente fenomeno non è l’unica stranezza che avviene nella nostra mente quando si tratta di rievocare o scordare qualcosa. Quanti dei nostri ricordi autentici?
Ricordare cose che in realtà non sono mai avvenute è più comune di quanto non si creda. È una delle tesi, sostenuta con ricerche ed esempi, da Daniel Schacter nel famoso libro “I 7 peccati della memoria”. Ma secondo l’autore, gli errori che compie la nostra mente non sono solo connessi all’invecchiamento o ai cambiamenti patologici del cervello, ma sarebbero la normalità.
Quanti dei nostri ricordi sono reali ed autentici? Ecco quello che Schacter ha sostenuto: esistono 7 fenomeni che influenzano il modo con cui noi ricordiamo e dimentichiamo. Eccoli.
labilità: il tempo passa e con questo arriva l’oblio cioè la cancellazione prolungata e definitiva di un ricordo. I ricordi svaniscono più rapidamente nelle prime settimane per poi stabilizzarsi e scomparire più lentamente. Inizialmente si ricorda una versione piuttosto articolata di quanto è accaduto, ma con il passare del tempo aumentano le interferenze di esperienze simili: cioè esperienze che si assomigliano possono anche confondersi tra loro. Ma il fatto che un’esperienza venga scordata subito o si imprima nella mente dipende anche da cosa accade subito dopo: parlare con qualcuno di quanto visto o vissuto incide sulla possibilità di ricordarle meglio più avanti.
distrazione: quando ci sono cose che disturbano o dividono la nostra attenzione (facciamo più cose contemporaneamente o pensiamo ad altro..) ecco che l’informazione non viene immagazzinata bene e quindi non ricordata in modo efficace. Prestare attenzione al momento della codifica previene questi errori di distrazione che avvengono soprattutto nelle attività di routine che facciamo più automaticamente e quindi prestando meno attenzione.
blocco: qui il ricordo c’è ma non arriva sulla punta della lingua. Sono soprattutto nomi e luoghi a patire questa difficoltà perché più difficilmente vengono ancorati a concetti o ad conoscenze pregresse che possono zavorrare il nome rendendolo più denso e facile da ricordare.
errata attribuzione: qui si lega un ricordo ad una persona o ad una situazione sbagliata. E’ l’assemblaggio che non funziona, avere immagini familiari ma l’assenza di ricordi precisi porta a questo peccato. i falsi riconoscimenti e i falsi ricordi derivano da un senso di familiarità e possono condurre anche a false testimonianze fatte del tutto in buona fede.
suggestionabilità: ecco parlavamo di quando ci sono ricordi ma senza fondamento. Si ricordano cose mai vissute. Nella suggestionabilità si incorporano nelle proprie memorie elementi che vengono da fonti esterne (foto, immagini televisive, cose lette..) che creano un ricordo nuovo. Anche domande tendenziose o osservazioni esterne possono contribuire a invadere il ricordo.
distorsione: in questo caso si rilegge e rivede il passato usano le nuove esperienze vissute. I sentimenti e le nuove conoscenze tendono ad alterare i vecchi ricordi. Sono tanti i fenomeni che influenzano questo peccato della memoria: dal bisogno di coerenza nelle propria storia all’uso di stereotipi per interpretare la realtà.
persistenza: è la condanna del non poter dimenticare; qui si ricorda anche contro la nostra volontà al posto di allontanare qualcosa che vorremmo lasciar andare… Qui il legame chiave è tra l’emozione e il ricordo che continua a venire alla mente distraendoci, o peggio, facendoci sentire male.
Se siamo quello che ricordiamo …allora attenzione ai falsi ricordi!!